Gli affreschi di La Chiesa di San Pietro Apostolo in Albano.

La Chiesa di San Pietro Apostolo in Albano Laziale, costruita sui resti delle terme di Caracalla, dette di Cellomaio, presenta degli affreschi molto interessanti.
In San Pietro percorrendo un tratto dell’aula si vedrà, sempre sulla destra, un affresco detto santaro, scoperto nel 1931, sotto il muro, del XIV sec., diviso in due zone da una fascia ondulata a fondo rosso cupo:

  • nella superiore è S. Onofrio anacoreta, coperto da lunghi cappelli stilizzati a cordelle e Santa Margherita col fuso nella mano destra e con la rocca stretta al petto dalla sinistra; la figura è parzialmente inserita in un fondo con una sgargiante cornice a disegni geometrici.
  • In basso a destra notiamo piccole figure, forse cani. La ieraticità delle figure, l’assenza di un naturalismo e gli squillanti  accordi cromatici  dell’insieme, permettono di confrontare questa parte superiore con gli affreschi più antichi della badia di Grottaferrata, 1272 D.C.

Ben diverso l’artista che dipinse la fascia inferiore  ove affianco del Cristo flagellato e grondante di sangue per le ferite prodotte dai flagelli dei due fustigatori laterali e, rappresentati in proporzioni ridotte c’è la Vergine dal dolcissimo volto, che con le mani protese verso il Figlio quasi sembra voglia presentarlo ai fedeli; e Maria Maddalena  atteggiata a dolore; a sinistra dipinta sull’incasso della parete osserviamo una piccola figura aureolata.
L’affresco inferiore emana un calore del tutto italiano: la resa dell’incarnato, la quieta gamma cromatica, la pastosa e volumetrica pennellata (si osservi il volto dalla Vergine), rimandano ad un artista dello scorcio del XIII secolo, al quale non erano ignote le opere del Cavallini.
Comunque è molto interessante l’osservazione dei due affreschi: l’inferiore e il superiore, così diversi tra loro seppur  quasi coevi, da lasciar modo di riflettere su i due universi culturali, religiosi, sociali che essi offrono allo sguardo.