«Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: «Prendete e mangiate; questo è il mio corpo». Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati. Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio».

Mt. 26,26-29

«Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri.».

Gv 15, 12-17

MADRE TRINIDAD DE LA SANTA MADRE IGLESIA
Fondatrice de L’Opera della Chiesa
 
Tratto dal libro: “FRUTTI DI PREGHIERA”
 

IL SACRIFICIO DELL’ALTARE

868.  La Messa è la ricapitolazione di tutto il Mistero di Cristo nella sua totale universalità, partecipato da tutti noi. (9-1-1967)

869.  In ciascuno degli atti della vita di Cristo, sono contenuti misteriosamente tutti gli altri; ed il Sacrificio dell’altare è la maniera che Egli, nella sua infinita sapienza, estrasse per perpetuare tutta la sua vita fra di noi. (9-1-1967)

870.  Nel mistero dell’Eucaristia sono compendiati tutti gli altri Sacramenti, che sono segni per i quali Dio si dà all’uomo, racchiudendo ciascuno di questi segni la donazione dell’incarnazione, vita, morte e resurrezione di Cristo e persino la sua ultima venuta.  (17-1-1967)

871. L’Eucaristia è il modo di stare di Gesù realmente con gli uomini del nostro tempo, come l’Incarnazione fu il modo di stare durante trentatré anni con quelli del suo tempo.  (17-1-1967)

872. Amandoci, Dio s’incarnò; ed amandoci fino alla consumazione dei tempi, inventò l’Eucaristia. (17-1-1967)

873. Amandoci fino alla fine, il Verbo si è incarnato ed è rimasto nell’Eucaristia affinché siamo uno con Lui, con il Padre e con lo Spirito Santo ed uno tra di noi.  (17-1-1967)

876. Le mie mattine passate presso le porte dell’eternità –accanto al tabernacolo– e la mia Messa giornaliera, profondamente vissuta, sono la soddisfazione completa del mio desiderio di Dio, così come lo si può avere sulla terra.  (22-6-1974)

877.  La Messa è il centro della mia vita; in essa vivo e mi viene dato tutto il mistero di Cristo con la sua incarnazione, morte e risurrezione; ed io nella mia misura, offro tutto questo grandioso mistero a Dio per la sua gloria ed a favore di tutti gli uomini. Come è grande la mia Messa di ogni giorno!. (8-1-1975)

 

IL GRANDE MOMENTO DELLA CONSACRAZIONE

“Silenzio…! Silenzio…! Silenzio…! Che sta generando il Padre la sua divina Parola per darla a te, sacerdote di Cristo…! “

Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

 

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ADORAZIONE CONTINUATA
IN PARROCCHIA

Raccomandata vivamente dai Pastori della Chiesa, questa iniziativa è stata voluta espressamente dalla Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia.


Da Lunedì a Sabato dalle 7:00 alle 22:00.
Domenica dalle 15:00 alle 22:00

Giovedì ora di preghiera comunitaria e Benedizione solenne col Santissimo dalle 19,30 alle 20,30
Domenica
dalle 18,00 alle 19,00

MADRE TRINIDAD DE LA SANTA MADRE IGLESIA
Fondatrice de L’Opera della Chiesa

Tratto dal libro:
“LA CHIESA E IL SUO MISTERO”
 

IL GRANDE MOMENTO DELLA CONSACRAZIONE

18-10-1962

Oh, se io fossi sacerdote…! Unto, scelto e predestinato per essere, con Cristo, sacerdote, mediatore che offre e si offre alla Santità infinita, a gloria di questa stessa Santità eterna e salvezza delle anime…!
Oh, se io fossi sacerdote…! Questo è stato il sogno che, durante tutta la mia vita, ha riempito totalmente la mia anima di figlia della Chiesa, innamorata del Sommo ed Eterno Sacerdote.
Oh, se io avessi avuto questo grande privilegio…! Se la mia anima avesse ricevuto da Dio il dono incalcolabile di essere sacerdote… Se io avessi ascoltato su di me queste parole: “Tu sei sacerdote eterno…” Se l’unzione sacra avesse sparso sul mio povero essere il suo aroma soavissimo…
Oh…! Sogni di donna…! Sogni che, elevati fino al petto della Trinità, oggi mi fanno gridare, come inno di desiderio, davanti alla necessità urgente, terribile e tremenda che sperimento in me di essere glorificazione per l’Infinito: Oh, se io fossi sacerdote…!
Adesso, ancora dopo tanti anni di vita spirituale, dopo essermi sprofondata nel mistero della Trinità, da lì, davanti alla sua contemplazione eccelsa, tutta la mia anima, nella verità terribile della Divinità, sentendo necessità urgente di glorificare Dio il più puramente e perfettamente possibile, grida: Oh, se io fossi sacerdote e ti potessi prendere tra le mie mani unte per poterti offrire…!
Sogni di donna che sogna cose che non possono essere…!
Dare gloria a Dio è come un inno perenne che sfugge dalla mia anima-Chiesa. Essere tutta io una glorificazione dell’Infinito Amore è la necessità più terribile che Dio ha messo nel mio povero essere.
Oh, se io fossi sacerdote…! Se io potessi celebrare la mia Messa…! Se mi fosse dato di avvicinarmi all’altare di Dio ed introdurmi con le mie vesti sacre nel Sancta Sanctorum del mistero divino, dove l’anima innamorata trova tutto il suo gaudio e la sua gioia, perché in esso offre e si offre, donandosi al Dio Trino in consegna totale, al Santo che, in vittimazione incruenta, dà a Dio ogni onore e gloria…!
Se io fossi sacerdote e prendessi tra le mie mani la bianca ostia che dovrei consacrare a gloria di Dio e di tutte le anime, tutto il mio essere si metterebbe nelle mani del Sacerdote Eterno, perché Egli mi utilizzasse secondo la sua volontà; ed io mi ridonerei al Dono divino in dono di consegna incondizionata, come vittima che ha bisogno di essere mangiata per la gloria perenne della Trinità ed il bene di tutti gli uomini.

Oh…! Nel momento dell’offerta, della donazione, tutta la mia vita nelle mani del mio Eterno Sacerdote, senza paura, in consegna totale alla sua volontà amorosa!; tutto il mio essere sulla patena, preparandosi per la consacrazione dove, unita a Cristo, sarei, con Lui, Cristo e darei al Padre ogni onore e gloria!
O momento dell’offertorio, nel quale io direi all’Amore divino parole tenere di amore, essendo risposta amorosa al suo Dono, a quel Dono che Dio, tramite me, vorrebbe comunicare a tutte le mie anime…!
Se io fossi sacerdote e potessi offrire la mia ostia al Padre e il calice della salute…! Questo sarebbe il momento della consegna all’Amore Infinito ed anche il momento di essere ricevuta dal Sacerdote Eterno: “Ricevi, o Padre Santo, questa ostia immacolata” e questo calice, e, con lui, ricevi tutto il mio essere in risposta di amore al tuo Dono.
Se io fossi sacerdote e potessi dire all’Amore: Ricevi, o Padre, il tuo sacerdote con il tuo Eterno e Sommo Sacerdote affinché, essendo tutti e due uno al tuo cospetto, elevino davanti al tuo altare profumi di incenso e olocausti accetti che siano, davanti a te, una lode della tua gloria e per la tua gloria…!

Oh, se io fossi sacerdote…! Che tenerezze di amore per la mia Ostia, rispondendo alla predilezione dell’Eterno…! Tutta la mia vita sarebbe una preparazione per la mia Messa ed un rendimento di grazie per essa.
Come vibrerebbe la mia anima all’avvicinarsi di quel Grande Momento della Consacrazione…!, il grande momento della mia vita…! Sì, questo sarebbe il grande momento della mia vita sacerdotale; il Momento della Consacrazione, nel quale la creatura, sentendosi elevata alla dignità di sacerdote, sperimenta di essere l’eletto, l’unto, il confidente e colui che ha nelle sue mani consacrate, per vocazione divina, il potere di dare a Dio la gloria massima che in Cielo e sulla terra gli si può dare.
Dove sono gli angeli per dare a Dio la gloria che gli dà il sacerdote di Cristo? Dov’è una creatura creata che sia innalzata alla dignità terribile di far scendere dai cieli il Dio vivo? Quando si è mai vista tutta la corte celeste prostrata, volto a terra, in attesa sorprendente, adorare questo momento terribile, nel quale tu, sacerdote, pronunci su questo pezzetto di pane le parole di consacrazione e di vita che fanno correre rapido, davanti al tuo comando, lo stesso Dio intoccabile a mettersi in quella ostia bianca per essere offerto da te davanti all’immensità della Maestà divina?
Quando mai hai potuto sognare, o uomo, di essere tu, piccolino ed imperfetto, pieno di miserie e perfino di peccati, colui che tiene tutto il Cielo in attesa di questo momento, di questo grande momento!, nel quale il seno del Padre si aprirà per darti il suo Verbo, Verbo che tu avrai nelle tue mani per trattarlo a tuo piacimento? Ometto, non muori di paura davanti al tuo grande momento? Ti sei reso conto qualche volta di questa realtà della consacrazione?
Ah, sacerdote di Cristo, padre della mia anima e figlio mio…! Se io fossi sacerdote e potessi tenere il Verbo della Vita nelle mie mani consacrate e potessi dirgli tutte le mie tenerezze di amore, ridonandomi al suo Dono infinito con il mio dono…! Se io avessi potuto avere questa grande dignità di poter portare e riportare il Dio del cielo, di ottenere che, alla mia voce imperiosa, tutta la corte celeste avesse contemplato la Maestà infinita discendere verso di me…!
Ah, sacerdote di Cristo, se il mio povero essere si fosse visto qualche volta con questa ostia bianca nelle mani, e avesse potuto pronunciare su di essa le parole che lo stesso Cristo ha pronunciato la notte della cena e che avessero fatto discendere la Santità Infinita alla mia chiamata, per essere offerta da me al Padre, come inno supremo di lode infinita della sua gloria…! Se io fossi potuta essere tanto Cristo come te, da non aver avuto bisogno di altro che di pronunciare quelle divine parole per convertire un pezzetto di pane nel Verbo della Vita…!
Perché a te è dato che, alla tua voce, tutti i cieli si prostrino e lo stesso Dio obbedisca al tuo mandato? Chi sei tu e a quale dignità ti ha innalzato l’Altissimo, che puoi dire in diritto di proprietà: “Questo è il mio Corpo”? Parole che sono state messe da Dio sulla tua bocca perché tu possa strappare così, dal petto divino della Trinità, la seconda Persona e portarla sulla terra. Quando mai hai pensato di fare tale miracolo che il pane e il vino si convertano, alla tua voce di uomo peccatore, nel Corpo e nel Sangue del Verbo Incarnato?
Oh…! Se io fossi stata sacerdote, forse non avrei potuto celebrare che una Messa. Forse per la mia anima piccolina e imperfetta non sarebbe rimasto spazio per altro, giacché tutto il mio essere si sarebbe ridonato all’Infinito in risposta amorosa al suo Dono. E, davanti a questo Dono trascendente alla tua anima di sacerdote, che risposta puoi dare se non la tua stessa vita in oblazione e distruzione totale dell’«io»?
Se io fossi stata sacerdote, forse ci sarebbe stato per me solo un Grande Momento; perché, passato questo, la mia anima avrebbe attraversato i confini dell’Eternità. Non so se il mio dono sarebbe potuto essere meno della distruzione del mio essere che, in risposta amorosa, aveva bisogno di rispondere all’Infinito.
Se io fossi stata sacerdote e avessi avuto l’Ostia immacolata tra le mie mani e avessi potuto elevarla in alto per mostrarla ai miei fratelli, oh, che tenerezze di amore…!, che risposta…! Tutta la mia anima, un bacio per baciare l’Infinito davanti al suo abbassamento verso di me! Prostrata ed annientata, come si sarebbe ridonata a questo Dono terribile che incondizionatamente mi si dava…!
La mia vita intera di sacerdote sarebbe stata un’offerta di vittima alla Vittima immacolata, che si fosse messa nelle mie mani per offrirsi al Padre; e in questo momento, il momento terribile della mia vita!, di fronte alla mia piccolezza ed al gran mistero che tramite me si fosse operato, io sarei stata una tenerezza di amore, una donazione di consegna, un’adorazione incessante in risposta al suo Dono.
Ah sacerdote…! Approfitta della tua Ostia, voglile bene, amala. Non sprecare questo terribile Momento della Consacrazione. Datti all’Infinito senza paura; mettiti nelle sue mani affinché ti utilizzi secondo la sua volontà; sii tutto tu un sì all’Amore eterno che così incondizionatamente ti si consegna. È il grande momento della tua vita, forse l’ultimo… Sai se domani tornerai a consacrare la tua Ostia? È il grande momento di rispondere all’Amore con il tuo dono!
Sacerdote di Cristo, in questo istante terribile della Consacrazione, attento!, attiva la tua fede!, ravviva la tua speranza!, afferma il tuo amore! e contempla in un grande silenzio, in una profonda adorazione… perché sta per aprirsi da un momento all’altro il seno della Trinità Immutabile che, in attività infinita, si è tre divine Persone! E in quello stesso istante il Padre, in un riserbo indicibile di Verginità eterna, sta dando alla luce l’eterno Oriens. (…)

Silenzio…! Silenzio…! Silenzio…! Che sta generando il Padre la sua divina Parola per darla a te, sacerdote di Cristo…! Silenzio…! Contempla come, in questo istante, il seno del Padre si apre in un generare eterno di amore infinito, e in questo stesso istante sublime di verginità intoccabile e di santità eterna, il Padre sta generando il suo Verbo per te…!, per te…! È la risposta del Padre alla tua parola di sacerdote, unto per essere davanti a Lui mediatore tra il Cielo e la terra.
Oh, parole terribili quelle del sacerdote…! Sacerdote di Cristo, nel momento in cui tu pronunci le parole della consacrazione, il seno del Padre si apre generando il suo Verbo per te e te lo dà nell’amore dello Spirito Santo. Tutta la Trinità è inclinata verso di te, e alla tua parola il Padre risponde con la sua Parola Infinita alla tua chiamata e, come dono, ti dà il suo Verbo, nell’amore eterno dello Spirito Santo! (…)
Silenzio…! Adorazione…! Le tre divine Persone sono inclinate su di te…!
Oh (…), il Momento terribile della Consacrazione…!; quell’istante-istante di rispetto indicibile…, di maestà sovrana…, di adorazione profonda…, nel quale tutta la Trinità è inclinata sul piccolo sacerdote per dargli il suo Dono.
Il Padre gli dà il suo Verbo. Lo Spirito Santo glielo consegna in unione con il Padre, come donazione di amore. Il Verbo, rapido e contento, si fa Pane…
O sacerdote del Nuovo Testamento…! Tutta la Trinità infinita accorre alla tua parola e si inclina favorevole verso di te per dartisi. Ma tutta la Trinità, in attitudine amorosa, ti chiede la tua risposta a questo grande momento del suo Dono! (…)
Sto vedendo la Trinità nella sua maestà sovrana inclinata sul sacerdote, e vedo anche costui così piccoletto davanti alla maestà immensa della terribilità di Dio…! Al vederlo così incosciente, sento compassione di lui ed una grande necessità di aiutarlo.
Ah, sacerdote di Cristo, piccoletto davanti al grande mistero della Trinità…!
Ah, sacerdote di Cristo, come ti vedo…! Ma quanto sei piccolino davanti a questo grande mistero della Santa Messa…!
Ah, sacerdote di Cristo…! Poveretto! Come sei piccolino davanti alla terribilità terribile della Trinità, pur essendo così eccelsa la tua dignità…!
Ah…! Povero sacerdote, figlio mio e padre della mia anima…! Ma come sei piccolino davanti alla terribilità terribile dell’essersi dell’Essere, che ti si dà in Dono e ti chiede la tua risposta…!
Poverino…! Come ti vedo davanti alla contemplazione dell’Intoccabile che, nello splendore della sua maestà eterna, dalle altezze, aspetta la tua parola per abbassarsi, nel miracolo più sorprendente che la mente dell’uomo possa intravedere…!
Ti vedo così piccolino… e gridare con voce potente per la forza che l’unzione sacra ha dato alla tua parola, capace di aprire il Sancta Sanctorum della Trinità, e scorrere il velo del Tempio per chiederle che pronunci la sua Parola per te, realizzandosi, per mezzo di questa tua parola, come un nuovo mistero dell’Incarnazione…!
Che cosa sei tu, ometto…? Ah, sacerdote di Cristo…! Ah…! Ah, figlio mio! Poveretto…!
Sto piangendo di annientamento, di rispetto, di amore e di paura davanti a questa realtà terribile che la mia anima contempla.
Ah, se io fossi sacerdote…! In questo momento morirei…! Ancora non so se, per averlo visto, potrò vivere.
Ah, sacerdote di Cristo, poveretto…! Rispondi come puoi all’Amore…!
Ah, sacerdote di Cristo, rispondi…!, rispondi alla Trinità che ti si dà in Dono, come sai, come puoi!
Come sei piccolo davanti alla terribilità terribile del Momento della Consacrazione…! (…)
Ah, il Santo Padre…! Pur essendo il Santo Padre, Giovanni XXIII, oh, che piccolo davanti al Momento terribile della Consacrazione…!
Ah, figlio mio!; rispondi…!, rispondi…! Rispondi alla Trinità che ti si dà in Dono, come puoi! Adora, ama, prostrati col volto a terra… (…)
L’adorabile Trinità, inclinata sul sacerdote del Nuovo Testamento nel Momento della Consacrazione…! E com’è terribile…!, com’è terribile…!
Muoio di amore e di dolore… La mia anima può solo piangere in silenzio.
Grazie, Amore…! Grazie, Amore…! Grazie, Amore, per non avermi fatto sacerdote…!
Adesso comprendo perché non mi hai fatto sacerdote! Adesso comprendo…!
Non ho la grazia per essere sacerdote. Per questo sento che muoio davanti alla terribilità del Grande Momento della Consacrazione.

Ah…! Grazie, Amore, grazie…! Grazie per non avermi fatto sacerdote! Come comprendo bene San Francesco d’Assisi…!
Il Dio terribile, di Maestà sovrana, inclinato…, inclinato…!
Tutta la Maestà infinita dell’Essere, inclinata sul sacerdote…! Non prostrata, no!; inclinata… Non in adorazione, no!; in effusione su di lui…
Tutta la Trinità in attesa, sacerdote di Cristo, piccoletto, della tua grande parola per venire a te…!
Tutta la Trinità in attesa che tu pronunci la tua parola per effondersi su di te nel Verbo. In attesa per farsi Pane il Verbo della Vita…!
Tutta la Trinità, davanti al tuo mandato, rapida, obbedisce…!

Ah, sacerdote, sacerdote…! Che cosa ti fece Dio all’ungerti sacerdote…? So bene che non l’hai pensato molto il giorno della tua ordinazione.
Ora però io ti dico: guarda che sei sacerdote di Cristo…! Figlio mio, sii piccolo. Per amor di Dio!, sii piccolo affinché, davanti alla tua piccolezza, l’Amore Infinito si compiaccia.
Ti vedo così piccolo…, così nulla…!, e sei così sublime al cospetto della Trinità…!
Rispondi come puoi, gettati a terra, adora, piangi, muori, se non sai come rispondere!
Com’è terribile essere sacerdote…! Poveretto…!
Rispondi, figlio mio, con l’essere piccolo. Gettati nelle braccia della Santità infinita, adorala.
Bacia quel punto del generare divino, che tutte le mattine si apre per te nella consacrazione.
Sei tu, sacerdote di Cristo, il chiamato per vocazione divina ad entrare in questo Sancta Sanctorum della Trinità. Sei tu colui che si deve addentrare nel seno della Trinità e baciare quell’istante-istante in cui il Padre genera il suo Verbo per te, baciando con lo Spirito Santo questo stesso Verbo che esce svelto davanti alla tua parola.
Su, sacerdote di Cristo; davanti alla terribilità terribile di questo grande mistero, gettati nelle braccia di tuo Padre Dio e, pieno di fiducia, spera, confida nell’amore infinito che la Trinità ha per te.
Dio non ti ha fatto sacerdote per condannarti, no; ma perché tu lo glorificassi e per salvare le anime per mezzo di te.
Hai nelle tue mani il Dio terribile di maestà sovrana, ed hai nelle tue mani la salvezza del genere umano.

Guarda, ascolta ciò che ti dico: Se, davanti al la tua voce, il Padre apre il suo seno e ti dà il suo Verbo nell’amore dello Spirito Santo, e le tre divine Persone insieme si consegnano a te incondizionatamente, ci sarà qualcosa che tu gli chieda che non ti venga concessa? Se tu eserciti il tuo sacerdozio facendoti piccolo, e lo stesso Dio ti si dà così, ci sarà qualcosa superiore a Lui stesso che non ti possa essere dato?
Se non ottieni da Dio tutto ciò che gli chiedi, sarà perché non glielo chiedi, o perché la tua parola non è così efficace come quella della consacrazione. Se la tua preghiera non è ascoltata, non è perché Dio non risponde alla tua parola, ma perché la tua parola non è secondo Dio. So già che la parola della consacrazione è diversa dalla tua parola. Davanti a quella lo stesso Dio obbedisce. Ma se Dio ha voluto mettere questa efficacia nella tua parola di consacrazione, se tu sei secondo la sua volontà, non potrebbe essere la tua preghiera più efficace e la tua richiesta più sicura…? Non vedi che quando tu dici: “Questo è il mio Corpo”, “Questo è il mio Sangue”, tutta la Trinità ti si dà? Perché non ti fai così Gesù, che ogni volta che tu comandi il Cielo obbedisca?
Se così fosse, tu che leggi questo, sacerdote di Cristo, tu solo, non saresti con Cristo salvezza del genere umano? Se in verità puoi dire: “Questo è il mio Corpo”, “Questo è il mio Sangue”, che cosa ci sarà che tu non possa dire, sacerdote di Cristo?
Oh, adesso comprendo perché io non posso essere sacerdote! Forse se io fossi stata sacerdote, nel Momento della Consacrazione, al ricevere questa luce che oggi ho avuto, sarei morta. Per questo, forse, Dio non mi ha fatto sacerdote.
Dopo aver conosciuto il grande mistero della consacrazione trovo in me una terribile impossibilità di essere sacerdote. Per questo non posso più dirti: Se io fossi sacerdote…! Perché vedo che da oggi c’è in me un’impossibilità prodotta dalla conoscenza terribile della dignità del sacerdote. A te però, sacerdote di Cristo, figlio della mia anima-Chiesa, io, con Maria Immacolata, la Madre dei sacerdoti, dico: Vivi il tuo sacerdozio, ravvivati nel tuo Grande Momento, rendi grazie per questo privilegio inesprimibile, inesplicabile, incomprensibile e inimmaginabile del sacerdozio.
Sacerdote di Cristo, ti vedo così piccolo davanti alla Trinità…! Ed io ti venero, e ti chiedo di implorare per me davanti alla stessa Trinità. È stata così forte la conoscenza che ho avuto oggi, che ormai nella mia preghiera di figlia piccolina della Chiesa metterò sempre davanti la tua anima di sacerdote affinché il Padre mi dia la divina Parola. Sei tu, mio piccolo sacerdote, colui che mi deve dare il Verbo della Vita.
Ah, sacerdote, sacerdote…!, procura di essere piccolo per presentarti davanti al Padre, aggrappato, appoggiato e fuso con l’Eterno Sacerdote. E così, fiducioso, dì la tua parola di consacrazione e rispondi al Dono che si è Dio per la tua anima in questo istante; rispondi incondizionatamente, Donati senza riserve. Su, in silenzio, adora, digli di sì e Donati a Lui anche tu come ostia con la tua Ostia, affinché si operi in te a modo di una transustanziazione, e tu sia Cristo per la gloria di Dio e la salvezza delle anime.
Sacerdote… Mediatore… Sei nel Grande Momento della tua vita! Stai tra il Cielo e la terra transustanziando la tua ostia! Esercita il tuo sacerdozio…! Sii ponte propizio tra Dio e gli uomini! E sia la tua preghiera così gradita, così accetta davanti a Dio, che non ci sia grazia, né dono, né desiderio che, davanti a te, rimanga incompiuto.
Sii tu per il tuo sacerdozio colui che afferra l’Amore divino e si presenta a Lui a nome di tutti i suoi fratelli affinché, per tuo mezzo, tutti ricevano la salute che tramite te Dio vuole comunicare, attraverso questo Grande Momento, a tutti gli uomini.
Guarda, Sacerdote di Cristo, come ti ho già detto: alla tua parola il seno del Padre si apre davanti alla sorpresa anche di tutti i beati, e Dio si fa Pane. E tu che cosa dici?, che cosa rispondi a questa donazione dell’Amore al tuo mandato? Che cosa ridoni tu al Dono infinito che è Dio davanti a te? Come corrispondi a questo Dono che ti si dà così incondizionatamente? Qual è il tuo dono davanti al Dono di Dio fatto Uomo, di Dio fatto Pane per la tua parola? Che parola sei tu per Lui? Che gli dici? Come ti dai?
Ah, sacerdote di Cristo, se io fossi stata sacerdote e in qualche momento avessi potuto vivere questo Grande Momento che tu adesso vivi…! So già che non c’è dono per tal dono; ma guarda che risposta ha la Trinità alla tua parola… Come rispondi tu alla sua quando ti chiede tutta la tua anima in dono per il suo Dono?
Forse un giorno hai potuto fare un qualcosa di routinario di questo Grande Momento. E, non piangi tutta la tua vita? Credi che è un momento in più che è già passato? Non sai che ciascuno dei momenti della tua Messa, ed in particolare questo della consacrazione, saranno quelli che si presenteranno davanti a te nel giorno del Giudizio?
So già che, se io fossi stata sacerdote, forse avrei fatto come te, e peggio ancora. Ma forse per non avere questa grande fortuna, né avere ricevuto questa grazia immensa, apprezzo di più questo dono del sacerdozio che l’Amore così gratuitamente ha dato alla tua anima.
Ma guarda, anche se ti vedi piccolo e senti paura, anche se non sai come fare con la tua Ostia, né come rispondere a così grande Dono, anche se senti soltanto desideri di piangere davanti al mio canto a questo Grande Momento, non sconfidare, perché dei piccoli è il Regno dei Cieli. Gettati nelle braccia dell’Amore, giacché, anche se hai la grande dignità di essere sacerdote, sei creatura e sei piccolo.
Per questo, confida nell’amore del Buono che ti ha fatto sacerdote, non per condannarti, ma per confidarti il suo segreto, perché tu fossi Lui per trasformazione, perché ti gettassi nelle sue braccia e, di fronte al grande mistero di questa predilezione nei confronti della tua anima e all’impotenza di corrispondere a così grande regalo, ti gettassi come il piccoletto nel seno di suo padre, e lì piangessi di riconoscenza e di amore, per la grazia incomprensibile del tuo sacerdozio, e potessi avvicinarti all’altare di Dio con gaudio e gioia, offrendoti ed offrendo nel “Per Ipsum” la Santità infinita; e appoggiato in quella stessa Santità, dare a Dio, “per Cristo, con Cristo ed in Cristo”, “ogni onore e gloria”.
Se sei piccolo, non devi avere paura. E se sei grandone, urge che diventi piccolo, giacché se sei incosciente del grande momento della tua Messa, perché sei piccolo, spetta a tuo Padre Dio di avere cura di te e di prepararti per questo grande momento.
Ma se sei sacerdote e neanche sei piccolo, e arrivi all’altare di Dio incosciente, senza prepararti, dopo tante messe!, che cosa farai il giorno del Giudizio? Perché i piccoli saranno giudicati nell’amore; ma se tu devi essere giudicato per le tue azioni…
Procura di essere piccolo, e se ci riesci, non ti preoccupare di altro, giacché i piccoli affidano tutto all’amore dei loro genitori.

È passato il Grande Momento della Consacrazione e, con esso, il grande momento della tua vita. Ma ti rimangono ancora, nella Messa, altri grandi momenti che tu devi mettere in atto. Anche qui sento vera invidia! Tu sai già, sacerdote di Cristo, figlio mio e padre della mia anima, che la mia unica gioia consiste nel dare gloria a Dio. Per questo mi permetti che, con te, unita alla tua Messa, io, nel tuo “Per Ipsum”, dia gloria al Padre, gloria al Figlio e gloria allo Spirito Santo? Perché, anche se non posso essere sacerdote, Dio mi ha fatto vergine sacerdotale, madre-Chiesa, ed ho bisogno, con tutte le mie anime figlie, di dare a Dio ogni onore e gloria, unita a te, sacerdote di Cristo. È il momento del cantico glorioso della Messa, è il momento di dare gloria a Dio; e tu, “per Cristo, con Cristo ed in Cristo” gli dai ogni onore e gloria. Lascia che, unita a te, anch’io dia al mio Dio ogni onore e gloria. So già che nella mia Messa io lo faccio; ma, dopo aver conosciuto la dignità terribile del tuo sacerdozio, ho bisogno di celebrare la mia Messa protetta da te e unita a te. E nel vedermi così piccola e con questa necessità così terribile, così urgente e così quasi infinita di dare gloria ai miei Tre, io imploro il tuo favore per soddisfare questa necessità che fa annegare la mia anima. È adesso che puoi dare a Dio la gloria che Egli aspetta dalla tua anima di sacerdote; come rispondi?
È necessario che tu ti rallegri nella gloria infinita dell’Amatore eterno, rispondendo al suo Dono con la tua gioia davanti al suo gaudio. Gioisci nel fatto che Lui è felice, rallegrati nel fatto che Lui è beato, ed allora tutta la tua anima, come in un giubilo di trionfo, romperà con il Sacerdote Eterno, “per Cristo, con Cristo ed in Cristo”, dando a Dio ogni onore, lode e gloria.
È il momento di corrispondere all’Amore dandogli gloria per la sua immensa Maestà. Digli adesso ciò che forse nel Momento della Consacrazione, per essere un così terribile istante, non hai saputo dirgli. Digli come tutto tu vuoi essere una lode della sua gloria, una risposta al suo Dono. Vivi questo istante della glorificazione di Dio con la massima intensità che puoi, gioiendo nel fatto che Dio sia Dio. Dimenticati di te e rallegrati con i beati nel contento di Dio, dandogli ogni onore e gloria in ringraziamento del fatto che Lui sia chi è. Fa un atto di amore puro che gioisca perché Dio è chi è. Amalo per Lui, in Lui, senza di te, perché Egli sia glorificato. Non lasciar passare questo momento senza dare a Dio la gloria che Lui da te aspettava da tutta l’eternità, e permettimi di associarmi a te, per sfogare questa necessità immensa che mi brucia di dare gloria a Dio.

E così, con l’anima piena di gratitudine, di annientamento e di giubilo, intona il Padre Nostro, preparandoti per il terribile istante della consumazione del Sacrificio.
Invoca il Padre che è nei Cieli, con tutto l’amore della tua anima essendo piccolo; chiedi perdono di tutte le tue miserie e perdona quanti ti hanno offeso. E così, ardendo nell’amore divino, sotto la tua indegnità, ricevi questo Pane di Vita che da tutta l’eternità, amandoti con predilezione infinita, ti scelse perché tu stesso potessi mangiare l’Ostia che, come sacerdote, avresti consacrato.
Il Verbo della Vita palpita in necessità terribile di entrare in te, di introdursi nella tua anima. E tu sei incosciente e inattivo…? Guarda che è il Verbo della Vita, Colui che tu hai tirato fuori dal seno della Trinità nel Grande Momento della Consacrazione, colui che sta aspettando perché tu lo mangi e così sia consumato il Sacrificio dell’Altare, riproduzione viva di quel Sacrificio cruento della Croce!
La Messa sta per finire ed anche adesso Dio sta aspettando. È in attesa che tu mangi la tua Ostia per consumare il Sacrificio! Sei tu, sacerdote del Nuovo Testamento, colui che ha dato inizio a questo grande atto, e colui che deve coronarlo.
In verità puoi dire con Cristo: “Tutto è compiuto”. “Ho compiuto l’opera che mi hai affidato”. Adesso, Padre Eterno, se vuoi, puoi portarmi a te. “Nelle tue mani affido il mio spirito”. Disponi del tuo servo secondo la tua volontà, e davanti alla mia indegnità, annientato e prostrato dalla tua infinita eccellenza, adoro e ti chiedo di a vere pietà della mia miseria e, appoggiato nel tuo seno, di portarmi a te quando ti piacerà raccogliere l’anima del tuo servo. Con la mia Messa, “tutto è compiuto”.
Per questo, ogni giorno, quando ti comunichi, metti il tuo spirito nelle mani di Dio, giacché la Vittima Immacolata è stata immolata da te e tu devi essere consumato in Lui e da Lui.
Ora, sacerdote di Cristo, come devi rispondere all’Amore? Che cosa devi dire alla Vittima infinita che nel tuo petto si occulta? Come deve essere la tua risposta al termine del Sacrificio?
Mi ritengo troppo piccola per dirti ciò che devi fare. Dopo tutto quello che è stato espresso, la mia anima sta in aspettazione, venerando te, in rendimento di grazie. E nel venerare te, la mia venerazione è doppia, perché in te e attraverso di te, per te, perché tu sei sacerdote, io posso adorare il Dio fatto Uomo, il Dio fatto Pane, nella tua anima.
Donati incondizionatamente all’Amore, amalo come mai l’hai amato. Sia la tua Messa ogni giorno il principio e la fine della tua vita. Non fare una routine di questo terribile Momento che l’Immenso ti regala ogni giorno per la sua glorificazione, la santificazione tua e di tutte le anime.

Ma su, sacerdote di Cristo, con la tua Ostia dentro di te, prepara l’Ostia che per me hai consacrato, che anch’io voglio consumare il mio sacrificio mangiando la mia Vittima. E, anche se hai voglia di dire molte cose all’Amore, pensa che la mia anima innamorata attende che tu mi dia questo Pane di Vita. Anch’io ho celebrato con te la mia Messa, giacché, per essere così piccola, non ho potuto avere la dignità di essere sacerdote. Anch’io sono madre sacerdotale che attende, come Maria nel Cenacolo, la comunione dalle mani degli Apostoli.
Tutta la Messa è stata per te in un colloquio di amore. Prima di consegna, poi di mistero e di donazione da parte di Dio e la tua anima; hai dato a Dio la gloria di cui la tua anima aveva bisogno e, finalmente, hai mangiato la tua Ostia. Ed ora su, non tardare, dammi la mia, quella che tu hai consacrato per me perché sei sacerdote!, quell’Ostia che è stata transustanziata affinché anch’io, per mezzo tuo, potessi ricevere Dio nella comunione. Su, non tardare, dammi la mia Ostia con tutta la cura, il rispetto e l’amore che Dio esige da te nel distribuirla.
Ormai vedi che sei tu che comandi…! Guarda quel che fai con la tua Ostia e con la mia…! Io ho bisogno di mangiare Dio per consumare il mio sacrificio, e sono in attesa che la tua mano di padre e pastore lo depositi nella mia bocca. Sei tu che mi dai la Vita divina nella mia Ostia, che mi rendi felice.
Ah, sacerdote del Nuovo Testamento! Se fosse caduta su di me la grazia di essere sacerdote, in questo giorno odierno come avrei celebrato la mia Messa…!
Forse una sola ne avrei potuto celebrare nella mia vita, davanti alla conoscenza terribile che ho avuto del Grande Mistero della Consacrazione.
Per questo ti chiedo di ascoltare questo povero canto che questa indegna figlia della Chiesa intona alla tua anima: rispondi all’Amore con il tuo dono totale. Non ti guardare. Cerca di vivere di Cristo, e di essere piccolo per essere giudicato nell’amore.

NOTA:
Chiedo veementemente che tutto ciò che esprimo attraverso i miei scritti, per crederlo volontà di Dio e per fedeltà a quanto lo stesso Dio mi ha affidato quando nella traduzione ad altre lingue non si capisca bene o si desideri chiarimento, si ricorra all’autenticità di quanto dettato da me nel testo spagnolo; giacché ho potuto comprovare che alcune espressioni nelle traduzioni non sono le più adatte per esprimere il mio pensiero.
L’autrice:

Trinidad de la Santa Madre Iglesia

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