«Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro?  E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita?  E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà gia le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena».

                                                                                         Mt 6, 25-34

«Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno.
Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore».

Lc 12, 32-34

MADRE TRINIDAD DE LA SANTA MADRE IGLESIA
Fondatrice de L’Opera della Chiesa
 
Tratto dal libro: “FRUTTI DI PREGHIERA”
 

GAUDIO, RIPOSO E FORZA PER L’ANIMA

1.269.  Come si sta bene con Dio in orazione, in amore, in silenzio; senz’altra occupazione che amarlo; vicina vicina al tabernacolo, in tenerezze d’amore; ascoltando il concerto amoroso del suo parlare in mistero! Come si sta bene con Dio, respirando il segreto del suo amore, in silenzio!  (30-7-1971)

1.270.  A volte è così nutritiva la mia orazione che, quando devo staccarmi da essa, mi accade come al piccolo che, mentre ha ancora fame e sete e sta saturando le sue fami al petto della madre, ne viene strappato violentemente. (28-10-1974)

1.271.  Come è dolce il silenzio sacro della preghiera nell’assaporamento profondo del contatto dello Spirito Santo che, nel suo passare per l’anima, le dice, in trafitture d’amore, infinità dell’Essere, assaporamenti di Eternità, unione con il Padre e con il Figlio, intimità con Maria e vicinanza con coloro che amiamo!  (31-3-1975)

1.272.   Il bacio dello Spirito Santo nell’anima è pienezza totale d’amore e pace nel gioiosissimo assaporamento di Eternità. (6-1-1975)

1.276.  Pregare è il porto dove, nel mio camminare, riposo per prendere nuove forze nel mio cammino verso il Sole. (3-5-1973)

 

IL GRANDE MISTERO DI DIO 

Dio…! Mistero d’Amore… Dio…!
Tutto Dio è un mistero così dolce, soave e accogliente, così desiderabile ed appetibile, così amoroso, che se le anime intravedessero ciò che Dio tiene riservato per coloro che lo amano, starebbero tutte in un continuo lamento, sospirando la contemplazione del Dio vivo.

Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

 

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PADRE
Raccomandiamo la separata del libro:
“LA CHIESA E IL SUO MISTERO
intitolata “Padre”

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ADORAZIONE CONTINUATA
IN PARROCCHIA

Raccomandata vivamente dai Pastori della Chiesa, questa iniziativa è stata voluta espressamente dalla Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia.


Da Lunedì a Sabato dalle 7:00 alle 22:00.
Domenica dalle 15:00 alle 22:00

Giovedì ora di preghiera comunitaria e Benedizione solenne col Santissimo dalle 19,30 alle 20,30
Domenica
dalle 18,00 alle 19,00

MADRE TRINIDAD DE LA SANTA MADRE IGLESIA
Fondatrice de L’Opera della Chiesa

Tratto dal libro:
“LA CHIESA E IL SUO MISTERO”
 

IL GRANDE MISTERO DI DIO 

7-10-1959

Dio…! Mistero d’Amore… Dio…!
Tutto Dio è un mistero così dolce, soave e accogliente, così desiderabile ed appetibile, così amoroso, che se le anime intravedessero ciò che Dio tiene riservato per coloro che lo amano, starebbero tutte in un continuo lamento, sospirando la contemplazione del Dio vivo.
Dio…! L’Essere semplicissimo che, in presente eterno di vita infinita e feconda, si è…
Dio…! senza parti né mescolanze…
Dio…! Che solamente col dire: “Colui che Si È”, in questa frase è detto tutto…
Dio si è nella sua Eternità infinita e per la sua Eternità essenziale.
In quest’Eternità, si è senza principio e senza fine e, poiché Dio non ha parti, in Lui non c’è né prima né dopo.
Il giorno luminoso -che in Dio non è un giorno, neanche un sospiro- è come un “oh!” eterno. In quell’istante, per essere infinitamente perfetto nella sua onnicomprensione, è l’Eternità.
E in quell’istante eterno, il Padre sta contemplando tutto il suo essere e si sta contemplando nella sua persona, in tutto quello che Egli è.
Poiché in Dio non ci sono parti, né prima, né dopo, il Padre sta contemplando tutta l’infinità infinita di infiniti attributi che, in Eternità, sono un solo attributo ed una sola perfezione. E in questo stesso istante di essersi Dio, contemplando tutti gli attributi e perfezioni, tutto ciò che Egli si è nella sua Persona e nel suo essere, contemplando tutto, questo Sguardo di infinita sapienza rompe in una esplicativa Espressione, che è il suo Verbo.
Il Padre ama il suo Verbo con un amore così infinito, che gli esce -senza uscirgli- tutto il suo essersi in amore. E, in questo stesso istante, sta uscendo pure al Verbo -senza uscirgli- tutto il suo essere ricevuto dal Padre, amando il Padre. E, in quest’amarsi del Padre e del Verbo, in questo comunicarsi tutto il loro essere all’amarsi, sorge raggiante dal Padre e dal Verbo la Persona Amore.
L’essere che il Padre si ha da se stesso, e quello che il Verbo si ha in proprietà ricevuto dal Padre, è lo stesso; giacché in Dio, pur essendo Tre Persone e pur avendo ciascuna il suo essersi in proprietà, c’è un solo essersi che è dei Tre. Il Padre se lo ha da se stesso, il Verbo in se stesso ricevuto dal Padre, e lo Spirito Santo lo ha in se stesso ricevuto dal Padre e dal Verbo.

Che mistero…! Benché ciò che fa generare il Padre è la contemplazione sapienzialmente infinita del suo essere, per essere la vita di Dio un presente eterno, senza parti, senza adesso né dopo, il Padre sta contemplando nel suo seno eternamente, non soltanto il suo essersi essenziale, bensì sta contemplando il suo Verbo, la sua persona e il suo essere; e sta contemplando il momento eterno del suo eterno generare il suo Verbo; e sta contemplando il momento eterno di essere generato il suo Figlio, quel Figlio che è generato come frutto della sua contemplazione. E, in questo stesso istante eterno, il Padre sta contemplando nel suo seno la persona dello Spirito Santo e la procedenza dello Spirito Santo da suo Figlio e da Se stesso; di questo Spirito Santo che è il frutto amoroso del suo Figlio generato e suo. Che mistero…!
Poiché il Padre, nonostante che contempli tutto e che dal frutto della sua contemplazione sia generato il Verbo, nel suo unico sguardo eterno di infinita sapienza contempla suo Figlio generato e lo Spirito Santo procedente e proceduto da entrambi.
Il Padre si è uno Sguardo eterno di infinita sapienza, così infinito e così fecondo, che quello stesso Sguardo Egli se lo è e, all’esserselo, abbraccia nel suo abbraccio, in quello Sguardo penetrante, il suo unico Generato e l’Amore di entrambi; nonostante quello stesso Sguardo gli faccia generare il suo Generato del quale è pure frutto, in quello stesso Sguardo, l’Amore di entrambi, lo Spirito Santo.
Cosicché il Padre sta generando suo Figlio, e lo Spirito Santo sta procedendo da entrambi, in quel solo Sguardo in cui il Padre sta contemplando tutto.
Ah, Signore, com’é profondo questo mistero…! Com’è chiaro e semplice! Giacché, per la semplicità della perfezione di Dio, Egli si è, in un istante eterno e simultaneo di vita infinita, Tre Persone in un atto di Sapienza Saputa Amorosamente nella contenzione compatta dell’ambito della sua stessa infinita ed eterna sapienza.
Io voglio dire Dio e non posso esprimere con le mie povere parole ciò che concepisco della semplicità infinita che, nella sua maniera semplice, Dio si è!
Signore, vediamo se posso dirti più chiaramente.
Il Padre genera il suo Verbo come frutto della sua contemplazione, nonostante che il Padre, nella sua contemplazione, stia contemplando il suo Verbo. Poiché il Verbo è la conoscenza sapienzialmente conosciuta del Padre, ed il Padre si sa tutto quello che conosce, sapere che è generare.
La ragione di tutto sta nel fatto che il Verbo è la sapienza saputa amorosamente del Padre; e lo Spirito Santo è il frutto del Padre e del Verbo.
Il Padre espira lo Spirito Santo come frutto del suo amore paterno a suo Figlio, all’essere Questi generato. E questo stesso Spirito Santo che da entrambi procede come frutto di amore paterno-filiale, lo sta contemplando il Padre eternamente nel suo solo Sguardo generante. E il Padre sta contemplando, in quel solo Sguardo, l’essere espirato, da Lui e dal suo Verbo, lo Spirito Santo, quello Spirito Santo che è il frutto amoroso del Padre e del Verbo.
Cosicché il Padre contempla eternamente nel suo solo Sguardo il Verbo e lo Spirito Santo; li tiene sempre abbracciati nel suo seno. E il Padre contempla l’istante eterno in cui è generato il Verbo ed in cui è espirato lo Spirito Santo. E, in quel solo Sguardo, il Verbo è generato, come frutto di quel solo Sguardo; e lo Spirito Santo è espirato, come frutto del Generante e del suo Generato.
Cosicché il Padre, nel suo solo Sguardo, abbraccia tutta la sua perfezione infinita, e sta contemplando suo Figlio e l’istante eterno in cui è generato suo Figlio, l’istante eterno in cui Egli genera ed in cui sorge suo Figlio generato, e l’istante eterno in cui si amano entrambi con lo Spirito Santo e nello Spirito Santo, e l’istante in cui è espirato lo Spirito Santo da entrambi, e l’istante-istante in cui Egli ed il suo Verbo con lo Spirito Santo amano il loro essere e le loro persone.
Il Padre contempla, nel suo solo Sguardo, tutto il suo essere, le persone e le loro procedenze; poiché Egli contempla perfino il suo stesso generare e il suo stesso guardare, guardare che è generare il Verbo. E amando ciò che guarda, espira lo Spirito Santo, espirare di entrambi, che fa sì che lo Spirito Santo sia l’Amore.
Frutto di tutto questo Sguardo è il Verbo. Per questo, il Verbo è l’Espressione di tutto ciò che è il Padre e di tutto ciò che il Padre conosce. Cosicché, il Verbo è espressione dello Sguardo del Padre, del generare del Padre, dell’essere Egli stesso generato, del procedere dello Spirito Santo da Lui stesso e da suo Padre, di tutto il suo essere con tutte le sue perfezioni ed attributi.
In una parola: Il Verbo esprime tutto quello che il Padre contempla, pur essendo il Verbo il frutto dello Sguardo del Padre. Cosicché il Verbo è tanto infinito nell’esprimere quanto è infinito il Padre nel contemplare.
Il Verbo sta cantando l’istante eterno di essersi del Padre, e l’istante eterno in cui Egli stesso è. Ed il Verbo sta cantando l’istante eterno del sorgere dello Spirito Santo, come Amore paterno e filiale, dal suo seno e dal seno del Padre; sta cantando la procedenza dello Spirito Santo e l’essere dello Spirito Santo; e sta cantando come Egli è dal Padre e come lo Spirito Santo è dal Padre e da Lui.
Cosicché, il Verbo sta esprimendo, in una sola Parola, le persone con le loro relazioni e le loro procedenze; e sta cantando tutto l’essere con tutta l’infinità di attributi e perfezioni, e sta cantando come Egli è il frutto della contemplazione di tutto lo Sguardo onnicomprensivo del Padre e pure come lo Spirito Santo è espirato da entrambi.

E lo Spirito Santo sta amando l’eterno e onnicomprensivo Sguardo del Padre, del quale è frutto il Verbo, per via di intendimento, ed Egli stesso, per via di amore.
E sta amando l’istante eterno del generare del Padre e dell’essere generato del Verbo, dei quali Egli è il frutto amoroso.
E sta amando lo stesso istante eterno di essersi Egli stesso l’amore del Padre e del Verbo, l’istante eterno della sua procedenza dal Padre e dal Verbo, al generare il Padre e all’esprimere il Verbo.
E sta amando l’istante eterno di essere Egli stesso l’amore del Padre al suo essere e l’amore del Verbo al suo essere, e l’istante eterno di essere Egli stesso l’amore personale alle persone e all’essere.
E sta amando l’istante eterno di essere Egli la Persona Amore in Dio dal Padre e dal Verbo; e l’istante eterno del suo essersi per il quale Egli è amore.
Cosicché, lo Spirito Santo abbraccia nel suo amore la Trinità di Persone e l’Unità di essere, in ciascuno dei suoi attributi e perfezioni.
Che gioia, che felicità, che riposo, che gaudio che Dio si sia così…!: “Colui che Si È”, è così infinitamente, che nello stesso istante eterno, senza principio né fine in cui Si È, genera, è generato ed è espirato.
O che giorno eterno quello dell’Eternità…! Proprio questo, che in Dio è il suo gaudio e la sua beatitudine, sarà la nostra felicità eterna.
Cristiano, questo è quello che ti canta Gesù! Infatti Egli, per la sua Persona divina, sta esprimendo eternamente il Dio Uno e Trino, ed è venuto sulla terra per esprimerlo a te, rimanendo deluso nel vedersi incompreso e non ricevuto.
Tutto questo mistero te lo sta comunicando Cristo nella Eucaristia e si racchiude dentro la tua anima, se questa è in grazia.
Com’è spaventoso che un’anima, chiamata a partecipare di tutto ciò, per il peccato perda Dio…!
Viviamo, per la nostra vita di grazia, addentrandoci nella vita divina. Guardiamo con lo Sguardo onnicomprensivo del Padre e cantiamo con la sola Parola di espressione infinita del Verbo, nel fuoco dell’Amore dello Spirito Santo. Viviamo uniti nella Trinità di Persone e nell’Unità di Essere, ricolmi con la pienezza partecipata del nostro Dio, perché, quando arriverà, ci trovi carichi di frutti e ci dica: venite a ricevere la corona che vi ho preparato da tutta l’Eternità, che è la partecipazione eterna in fruizione e gaudio della mia vita divina.

NOTA:
Chiedo veementemente che tutto ciò che esprimo attraverso i miei scritti, per crederlo volontà di Dio e per fedeltà a quanto lo stesso Dio mi ha affidato quando nella traduzione ad altre lingue non si capisca bene o si desideri chiarimento, si ricorra all’autenticità di quanto dettato da me nel testo spagnolo; giacché ho potuto comprovare che alcune espressioni nelle traduzioni non sono le più adatte per esprimere il mio pensiero.
L’autrice:

Trinidad de la Santa Madre Iglesia